PISA – Più o meno alle ore 13 del 31 agosto 1943 ebbero luogo i drammatici momenti che portarono la nostra città ad essere vittima del bombardamento alleato.
di Giovanni Manenti
Sono ben 152 i Boeing B-17 della USAF “United States Army Air Forces” decollati dalle basi in Tunisia alla volta di Pisa, ed intorno alle ore 12:00suonano le sirene dell’Unione Nazionale Protezione Antiaerea, ma molti cittadini, che si trovavano a pranzo, pensano all’ennesimo falso allarme, mentre invece poco dopo le 13:00 un gruppo di bombardieri inizia a sganciare le prime bombe sulla centrale elettrica di Porta a Mare, colpendo altresì la fabbrica della Saint Gobain dove periscono 56 operai, quasi tutti rimasti uccisi durante la pausa pranzo..Le batterie italo-tedesche cercano di replicare all’attacco abbattendo 4 velivoli, ma conseguendo scarsi risultati complessivi poiché le bombe vengono sganciate da un’altezza di 9 km. ed in circa 7 minuti Pisa è colpita da 1100 ordigni per un totale di oltre 400 tonnellate di esplosivo, determinando, pur con approssimazione, un numero di vittime superiore alle duemila unità (c’è chi riferisce addirittura di oltre 2500 …), moltissime delle quali non furono mai ritrovate..A fare le spese di un tale “Infermo di fuoco” sono 2500 case, i lungarni semidistrutti, i ponti crollati, la stazione rasa al suolo ed il quartiere di Porta a Mare praticamente polverizzato ed anche alcune chiese vengono gravemente danneggiate, tra cui quelle di Sant’Antonio, San Paolo a Ripa d’Arno, il Monastero delle Benedettine e la Cappella di Sant’Agata, fortunatamente salvandosi la Piazza dei Miracoli, in virtù della sua collocazione logistica, distante dagli obiettivi strategici.
Ecco quindi che, come ogni anno, l’Amministrazione Comunale ha commemorato tale infausto Anniversario, cole le relative celebrazioni iniziate a Marina di Pisa, alle 10:00con la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide posta in piazza Maria Santissima Ausiliatrice che ricorda i caduti sul lavoro, vittime del bombardamento sulla fabbrica di idrovolanti, per poi proseguire alle 11.15, presso il Sostegno del Canale dei Navicelli (via di Porta a Mare) con la deposizione di una corona di alloro sulla lapide in memoria delle vittime del bombardamento del quartiere di Porta a Mare, a cui hanno preso parte, oltre alle Autorità Militari, il Sindaco di Pisa, Michele Conti, il Presidente della Provincia di Pisa, Massimiliano Angori ed il Presidente del Comitato provinciale Anpi di Pisa, Bruno Possenti.
E su quanto sia importante tenere vivo il ricordo di tali tragici e drammatici momenti lo ha chiarito il Sindaco Michele Conti: “Quella di oggi è una celebrazione importante, che ricorda il 31 agosto 1943 allorché Pisa fu distrutta in 10 minuti di bombardamenti da parte delle forze americane che colksero la città all’ora di pranzo, venendo lanciati oltre mille ordigni che determinarono 952 morti secondo i dati ufficiali, ma le stime effettive parlano di oltre 2000 vittime ed il numero preciso non è mai stato definito, così che oggi, ancor più che nel passato, il ricordo diviene fondamentale in quanto è da anni in corso a poche migliaia di chilometri dal nostro Paese il conflitto fra Russia ed Ucraina, cui si è recentemente aggiunta la guerra fra Israele e Palestina a rappresentare un periodo sicuramente non facile per il nostro Mondo occidentale che aveva creduto che oramai detti conflitti appartenessero al passato, ragion per cui, essendo i testimoni di quella drammatica giornata oramai quasi tutti deceduti per motivi anagrafici, tenerne vivo il ricordo assume un valore ancor più forte“.
“Mi preme aggiungere“, conclude il Primo Cittadino, “che si trattò di un evento che distrusse l’intera parte Sud della città, dove insistevano tante aziende che videro perire molti operai che stavano consumando il pranzo nelle rispettive mense, oltre a molte strade quali via Fratti e le vie limitrofe alla Stazione ferroviaria tanto da cambiare completamente il volto di Pisa lasciando solo dei ruderi per i quali occorsero decenni per la relativa ricostruzione e ridare alla città la sua immagine anteguerra, con alcune ferite che solo recentemente si sono potute riqualificare