Riunire un gruppo di ragazzi attorno ad un fuoco e raccontare storie spaventose, leggere un romanzo, ascoltare musica o racconti narrati a voce, ma anche rimanere affascinati da opere pittoriche o scultoree; tutto ciò porta l’evocazione, innesca l’incantesimo della sospensione del giudizio e ci trasporta nella scia della coscienza (stream of consciousness nella lingua di Albione).
di Leonardo Miraglia
La meraviglia che ne consegue è profonda e quando riusciamo ad accorgercene possiamo incatenare lo spettro della credulità e vivere in mondi diversi, totalmente immersi in realtà ulteriori, in universi paralleli dove tutto è possibile, dove le spade dei guerrieri si incrociano con i bastoni dei maghi, dove volare e divenire invisibili è possibile; mondi fantastici dove l’unico limite è appunto la fantasia.
Lasciarsi trasportare dallo stream of consciousness per poter ottenere le chiavi di accesso a mondi diversi è il metodo corretto per poter godere appieno delle parole che possiamo leggere in tante opere di letteratura fantasy o sci-fi; opere che fino a non molto tempo fa ed in alcuni casi ancora oggi, sono considerate letteratura minore non degna di essere studiata ed a sua volta insegnata.
Eppure, Dante ha scritto la sua opera con la o maiuscola ambientandola in luoghi a dir poco fantastici, John Milton ha fatto altrettanto con il suo Paradise Lost, per non parlare delle composizioni poetiche che, per loro connotazione interna, stanno alla base della sospensione del giudizio da parte di chi legge.
Pensate ad Ungaretti o ad Ezra Pound che non solo utilizzano il tramite della poesia per trasmettere le loro visioni, i loro sentimenti ma praticano una metrica poetica complicatissima che è quella dell’ermetismo e del vorticismo, che impone a noi lettori uno sforzo in più per entrare a pieno nel loro mondo di autori, dato che, non solo, dobbiamo avere la volontà di lasciarci avvolgere dai loro panorami, ma dobbiamo anche essere capaci di comprendere la profondità di ciò che il poeta voleva trasmettere in un arco di pochissime, a volte una sola, righe; come nello straconosciuto “mi illumino di immenso”, che ci propone un panorama di significati magistrale e estremamente vario e variegato, il tutto racchiuso letteralmente in quattro parole in croce.
Pensate alla paura che suscitano i racconti di Lovecraft oppure Poe o alla vastità degli universi esposti in Tolkien piuttosto che Asimov e Borges, ma anche alla assurda comicità espressa da Douglas Adams e racchiusa in un numero, 42; tutto ciò può essere ottenuto soltanto lasciandosi trascinare, abbandonandosi volontariamente al vortice di significati trasmessi da questi autori ed insiti in tutti questi testi.
Limitare le proprie scelte ai nomi eccellenti della letteratura non porta altro appunto che limitazioni e conseguenti mancanze: il nostro universo personale ne risentirà e noi rimarremo monchi ed orbi di arti ed organi fondamentali nella comprensione delle vastità dei mondi descritti da sempre nella letteratura.
L’evocazione dello spirito della sospensione della credulità ci aiuterà a soddisfare il bisogno insito in ciascuno di noi (anche in coloro che pubblicamente asseriscono il contrario) di vivere anche di fantasia e fantasticherie perché l’uomo non è solo carne e sangue.