COLTANO – “Si sta come d’autunno sui pali le telecamere. Così verrebbe da dire guardando malinconicamente quei congegni nuovissimi e spenti. Perché le telecamere, installate a Coltano dopo una battaglia decennale, non registrano e probabilmente non sono collegate“, lo afferma il Comitato per la difesa di Coltano.
“Sotto i loro occhi accecati passano agevolmente sacchi neri, rifiuti vari, pezzi di mobili, una poltrona, e lasciamo perdere le carcasse di auto ormai stanziali vicino al campo nomadi. “Qualcosa è stato fatto, dicono i residenti, hanno portato via qualche camion di materiali, ma è una goccia nel mare”. Senza controlli, l’abbandono di rifiuti è ricominciato alla grande, rifiuti di ogni tipo da ogni parte. Non è l’unica spina nel cuore dei coltanesi. Recentemente, si è saputo che, nonostante questi lumi di luna, il governo ha deciso di destinare altri 55 milioni di euro (100 al 2030) al progetto della costruzione della Base militare al Cisam. Sull’assurdità e lo scempio ambientale di una base che sfregia il Parco, il Comitato per la difesa di Coltano ha già espresso ripetutamente la sua posizione di netta condanna. Ma il fatto che non si parli, come numerose volte promesso, di seppur minime compensazioni, li ha fatti proprio andare fuori dai gangheri. “Quante volte ce lo hanno detto – protestano – quante volte il Sindaco Conti ha assicurato le compensazioni, promettendo che avrebbe anche concorso ad un Bando per risistemare in autonomia gli immobili di pregio del paese. Oggi, dicono, siamo qui con un pugno di mosche, e non siamo affatto allegri”.
“E lasciando perdere gli usuali quotidiani disagi (qualche giorno fa il passaggio a livello di via Le Rene era serrato come le porte di San Vittore ed è toccato far dietrofront), resta il problema dei problemi, il campo Rom. Nessuno qui ce l’ha con i Rom. Sia chiaro. Ma tutti dicono che quel campo ormai nessuno lo gestisce. Solo chiacchiere, dicono, tante chiacchiere. Si doveva “contenere”, disse il sindaco sostituendo una parola più morbida al drastico “smantellare” usato in campagna elettorale. Ma ora nessuno fa nulla. L’abusivismo è dilagato, accanto alle case minime assegnate nel 2010 ci sono roulottes e camper. Chi sono queste persone? chi si occupa dei loro bisogni, chi le controlla? E chi cura e vaccina i bambini? E cosa succederà con lo scioglimento della Società della Salute, che aveva in carico questi compiti? “Non si sa se il Comune abbia un piano per affrontare questa emergenza e come intenda muoversi, non sappiamo cosa voglia fare e se davvero mai comincerà un’opera di controllo, non sappiamo niente”, ripetono. Ci conviene andare a srotolare lo striscione dell’anno scorso – concludono amaramente – perché neanche quest’anno qui arriverà Babbo Natale”.
Last modified: Novembre 8, 2025











