PISA – Pisa è una Repubblica Marinara, una città detta Novella Roma, una nella solidità delle sue mura che la circondano da quasi un millennio e che l’hanno mantenuta indipendente per secoli.
di Leonardo Miraglia
Pisa è anche plurima, Pisae Pisarum in latino è plurale perché l’insediamento dell’epoca era un agglomerato di isolette ravvicinate su un acquitrino e Pisa è doppia perché divisa in due dall’Arno che la taglia a metà e delinea con precisione le due sponde: Mezzogiorno e Tramontana, sud e nord.
La storia della Repubblica altomedievale è costellata di scontri,conquiste e continue rivendicazioni di autonomia e potere politico e militare che nel tempo si andavano a concretizzare con possedimenti su territori stranieri, dalla Corsica alla Sardegna alle Baleari come a svariati insediamenti sulle coste del mediterraneo centro orientale.
Questa sua caratteristica guerresca e conquistatrice si rispecchia anche all’interno delle mura con le lotte furibonde che avvenivanofra famiglie diverse per avere la casatorre più alta e meglio esposta all’Arno ed essere così i primi a godere degli scambi commerciali che avvenivano sulle sue sponde, ma anche fra le due metà intere, compattate sotto i vessilli di Mezzogiorno e Tramontana, nella battaglia del Gioco del Ponte, che era tutt’altro che un gioco, dato che lo scontro sul Ponte Vecchio per la sua conquista era decisamente cruento.
I pisani hanno sempre mantenuto viva questa vena di conquistatori e di guerrieri, dalle numerose Battagliacce che si svolseronell’allora Piazza delle Sette Vie come allenamento per le milizie cittadine fino appunto al primevo Gioco del Ponte -la cui prima edizione fu una vera e propria battaglia con lanci di sassi-.
Una cosa, tuttavia, unisce seppur casualmente le due metà: il 29 aprile.
In questa data sono trapassati Caterina da Siena e Torpè a distanza di oltre mille anni l’uno dall’altra ma entrambi assurti alla santità.
Caterina giunse a Pisa nel 1375 per portare avanti la pratica delproselitismo cristiano e nel tempo che qui risiedette venne ospitata nella dimora di Messer Gerardo Buonconti in Via Toselli (purtroppo distrutta nel 1943) a due passi dalla chiesa di Santa Cristina, entrambi nel quartiere di Kinzica a sud dell’Arno. Un giorno, mentre era in meditazione in questa piccola cappella, Caterina sentì un gran rumore provenire dall’esterno, domandando il motivo di tanto fracasso le venne detto che erano i preparativi del Gioco del Ponte che poteva ricordare una battaglia vera e propria e ciò la sorprese al punto da chiedere l’intercessione di Dio per far sì che si evitassero morti durante lo svolgimento del Gioco.
La santa senese era solita pregare nella chiesa di Santa Cristina e lì il primo di aprile del 1375 ricevette le stimmate. L’intercessione ottenuta e l’aver ricevuto le stimmate fu il motivo trascendente per far sì che la Parte di Mezzogiorno ne facesse la propria Santa Patrona (ma, naturalmente, anche l’aver vissuto in Kinzica); per altro, a consolidarne l’affetto la Parte ha stabilito, oramai da anni, un gemellaggio con la Contrada dell’Oca del Palio di Siena dove Caterina ebbe i natali.
La storia di Torpè o Torpete è molto diversa da quella di Caterinae decisamente più violenta.
Torpete fu un cortigiano romano vissuto all’epoca dell’imperatore Nerone; sui monti pisani, all’epoca della sua vita, praticava l’eremitaggio Antonino da Lucca che lo convinse a convertirsi al cristianesimo. Torpè fu talmente toccato da questa trasformazione spirituale che le torture, che fu costretto a subire dai suoi superioriromani quando scoprirono la sua conversione al cristianesimo, non ebbero alcun effetto su di lui. Per questo Nerone in persona lo fece decapitare il 29 aprile del 68 d.c. e fece abbandonare la testa sulle sponde dell’Arno mentre il corpo fu messo in una barca e lasciato andare alla deriva. L’imbarcazione si arenò sulle coste della Francia del sud, nei pressi di un villaggio che poi fu chiamato Saint Tropez in onore di Torpete che fu recuperato dagli abitanti del luogo che lo assursero a loro santo patrono.
La sua testa è custodita dal 1260 nella chiesa a lui intitolata e ubicata proprio, ironia della sorte, di fronte ai ruderi romani chiamati Bagni di Nerone, tutto a nord della città. Per questo motivo la parte boreale ha scelto come santo protettore proprio il cortigiano romano decollato.
Oggi, come ogni anno, le due Parti del Gioco hanno organizzato dei festeggiamenti per i due protettori.
A Mezzogiorno dalle 17:00 un corteo, articolato in svariati componenti militari della Parte, si snoderà dal quartier generale in Via San Martino fino a giungere in Piazza Vittorio Emanuele e terminerà presso la chiesa di Santa Cristina dove alle 18:00 si terrà la messa in onore di Santa Caterina da Siena; il tutto culmineràcon la benedizione delle bandiere delle Magistrature di Mezzogiorno sul piazzale antistante la chiesa.
A Tramontana alle 10:00 si terrà la messa in onore di San Torpè, al termine della funzione religiosa si terrà la cerimonia di investitura dell’Ambasciatore e del Cavaliere Alfiere. Infine, un corteo della Parte accompagnerà le autorità cittadine e la delegazione proveniente da Saint Tropez fino al Palazzo Comunale.
Last modified: Aprile 28, 2023