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USL Toscana nord ovest presenta lo studio “FAREMEMORIA” all’Istituto Superiore di Sanità

PISA- L’Azienda USL Toscana nord ovest ha partecipato nei giorni scorsi a un importante appuntamento presso l’Istituto Superiore di Sanità, presentando il poster FAREMEMORIA, che illustra i risultati preliminari di uno studio condotto in collaborazione con NEUROFARBA dell’Università di Firenze.

La ricerca indaga l’ipotesi che setting di valutazione e stimolazione cognitiva più ecologici e con una maggiore componente emozionale possano ridurre il rischio di diagnosi errate di Disturbo neurocognitivo maggiore (demenza).

Per l’Azienda erano presenti le neuropsicologhe Michela Zanetti, coordinatrice del CDCD Apuane, e Serena Pallotti, dirigente psicologa, entrambe afferenti alla struttura Psicologia di continuità ospedale-territorio diretta da Patrizia Fistesmaire. Proprio la stessa unità operativa ha recentemente conferito a Michela Zanetti un incarico di coordinamento delle attività psicologiche, con l’obiettivo di rafforzare e uniformare la rete psicologica su tutti gli ambiti aziendali, in raccordo con le linee regionali e con l’Organismo regionale di Governo Clinico della Toscana.

Durante l’evento, per la Regione Toscana è intervenuta anche Sara Madrigali, referente regionale per sanità, welfare e coesione sociale, con una relazione dal titolo La retta nelle RSA, implicazioni per la sostenibilità del sistema socio-sanitario. Madrigali ha chiarito alcuni aspetti normativi relativi alle misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e sottolineato la necessità di un intervento legislativo urgente per evitare l’insostenibilità dei costi a carico del SSN. In particolare, ha evidenziato la necessità di una definizione univoca delle condizioni che consentono la presa in carico in RSA completamente a carico del Servizio sanitario, per superare gli attuali margini interpretativi che possono generare contrasti tra giurisprudenza e prassi operativa.

Le riflessioni emerse delineano la necessità di un nuovo paradigma nella gestione della demenza, capace di tenere conto della complessità del fenomeno. Nicola Vanacore, responsabile dell’Osservatorio Demenze dell’ISS, ha ribadito l’importanza dell’ambiente relazionale nella presa in carico clinica della persona con demenza e della necessità di superare una visione riduttiva che analizzi isolatamente i diversi fattori che contribuiscono all’insorgenza della malattia. Le forme sporadiche di Alzheimer, infatti, richiedono approcci integrati secondo il modello bio-psico-sociale.

Ampio spazio è stato dedicato anche a temi legati all’identità stessa della malattia di Alzheimer – ancora oggetto di dibattito – e alla valutazione del rapporto rischi/benefici dei trattamenti farmacologici emergenti. È stato sottolineato come la gestione della demenza non possa basarsi su interventi unilaterali.

Dal punto di vista bioetico è stata evidenziata l’importanza di rafforzare gli aspetti comunicativi legati al consenso informato, soprattutto in vista dell’introduzione di nuovi farmaci e del possibile cambiamento delle condizioni cliniche. È stato inoltre posto l’accento sulla necessità di valorizzare nei pazienti ciò che rimane preservato anche nelle fasi moderate-severe del disturbo, come il senso estetico e la memoria emotiva.

Particolarmente significativo è stato l’intervento di Cristina Bucci sul progetto di ricerca Take Part, promosso dal Sistema Musei Toscani per l’Alzheimer, che ha illustrato l’impatto positivo dei programmi museali dedicati a persone con demenza. La partecipazione a esperienze culturali significative produce infatti benefici tangibili sul benessere dei pazienti e dei caregiver, contribuendo così a migliorare la qualità della cura.

Last modified: Dicembre 2, 2025
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