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Progetto BASE: l’Università di Pisa impegnata nella riforma dell’istruzione superiore in Palestina e Giordania

PISA – Sono entrate nel vivo le attività del progetto europeo BASE – Bologna for Science Education in Palestine and Jordan, che mira a supportare la riforma dell’istruzione superiore nei due Paesi mediorientali, puntando al miglioramento della qualità dei corsi di laurea e al riconoscimento internazionale dei titoli di studio.

L’Università di Pisa è partner attivo del progetto e, lo scorso luglio, ha preso parte a un incontro presso l’Universidad de Barcelona, insieme agli altri atenei coinvolti, per fare il punto sullo stato di avanzamento del programma. La riunione si è svolta in modalità mista, per permettere la partecipazione anche a chi, a causa dei conflitti in corso, non ha potuto essere presente fisicamente.

Le attività svolte – spiega la professoressa Maria Franzini, referente scientifica del progetto per l’Ateneo pisano – avevano l’obiettivo di valutare il livello di preparazione e le capacità delle università palestinesi e giordane, insieme ai rispettivi Ministeri dell’Istruzione superiore, nel percorso di adozione degli standard del Processo di Bologna per i corsi dell’area STEM. Si tratta di un passaggio essenziale per rafforzare la qualità della formazione e incentivare la mobilità internazionale di studenti e docenti.

Questa prima fase, detta Gap Analysis, ha analizzato sia gli aspetti didattici che il contesto normativo, e ha rappresentato un esempio di collaborazione efficace tra tutti i partner, come sottolinea Franzini:

Desidero evidenziare la costante e attiva partecipazione dei colleghi, in particolare palestinesi, che nonostante le grandi difficoltà istituzionali e logistiche hanno contribuito pienamente, permettendo di rispettare le scadenze previste.”

Dall’analisi è scaturita, in collaborazione con CIMEA, una proposta di Capacity Building Plan e un rapporto dettagliato sulle competenze e i bisogni formativi di ciascun soggetto coinvolto.

Possiamo dirci soddisfatti dei risultati raggiunti finora – afferma il professor Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali e supervisore del progetto –. I documenti prodotti rappresentano una base strategica per avviare la seconda fase del progetto: ogni istituzione e Ministero potrà ora proseguire il percorso verso il Processo di Bologna in modo consapevole e mirato.”

Queste analisi – conclude Gronchi – restituiscono un quadro chiaro delle necessità, delle criticità e dei punti di forza di ogni partner, permettendo di costruire riforme realmente su misura, aderenti alle caratteristiche specifiche di ciascun sistema accademico.”

Last modified: Agosto 6, 2025
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