Written by 9:57 am Pisa SC

Pallone di-pendente. “Romeo pensaci tu!”

Torna l’appuntamento con la rubrica “Pallone di-pendente” della nostra Chicca e basta così dopo il pareggio esterno sul campo del Beenvento che ha fatto registrare il settimo legno stagionale colpito dal Pisa durante la stagione.

Giovedì 27 ottobre Romeo, perché ricordare il cognome sarebbe superfluo, avrebbe compiuto 100 anni. Presidente del Pisa dei miracoli, mancato vescovo (era il suo sogno da bambino), vulcanico, controverso, complesso, intemperante, creativo, autoritario, totalitario, talent scout, irascibile, visionario, imperioso eppure benevolo, esuberante ma placido all’occorrenza. Spargitore di sale sul terreno dell’Arena Garibaldi, con dosaggio variabile a seconda dell’importanza della partita, come un qualsiasi fattucchiere, chiromante, indovino. Proprietario-cult per eccellenza, gestiva il Pisa calcio a modo suo, esponente avventuriero di una razza padrona che non c’è più, non ammetteva contraddittori, ma alla fine aveva sempre ragione lui. Non si fermava mai e soprattutto non si dava mai per vinto. Era uno spericolato smistatore di calciatori. Scoprì campioni in mezzo mondo, tirando fuori dal cilindro molte stelle: Simeone, Bergreen acquistato per 280 milioni di lire e venduto alla Roma per 4 miliardi, Chamot, Kieft, Dunga, Piovanelli preso gratis e ceduto alla Juve per 6 miliardi di lire. Licenziò più di venti allenatori, il record fu di Boniek che durò a Pisa un paio d’ore. Alla domanda: chi le ha dato di più, rispose: “Gigi Simoni, perché mi ha portato due volte in Serie A”.

E’ stato a capo del Pisa dal 1978 al 1994. Sedici anni, i più belli: rilevò il club in C e (1982) lo portò in A, categoria che frequentò per sei stagioni. Alla prima sconfitta costringeva la squadra ad espiare le sue colpe con un pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Montenero, collocato su una collina che domina il mare e il porto di Livorno. In quella Pisa a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, era diventato un mito, una specie di talismano al quale ci si aggrappava per tentare di ottenere ciò che pareva impossibile. Nelle eterne lotte con gli odiati fiorentini, all’ennesimo tentativo di scippo dell’aeroporto, in una querelle Pisa-Firenze che peraltro è lontana dal dirsi oggi ancora chiusa, comparve questa scritta su un muro della città: “ci vogliono togliere anche l’aeroporto, Romeo pensaci tu”.

Sabato pomeriggio intanto allo stadio “Vigorito” di Benevento, la squadra neroazzurra porta a casa un punto prezioso ma anche il settimo legno colpito da inizio campionato. Anche stavolta pochi millimetri hanno fatto la differenza tra la gloria e la condanna. “Chi disse ‘preferisco aver fortuna che talento’ percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia fuori controllo”. Nel film di Woody Allen Match Point si parla di una similitudine tra tennis e vita, ma il concetto può essere traslato sul rettangolo verde. Questione di effetto, di un soffio di vento, di un rimbalzo o di una deviazione millimetrica. Pensaci sempre e ancora tu Presidentissimo a far sì che la ruota della sfortuna smetta di girare così forte e che il destino sia meno beffardo verso il tuo amato Pisa. A noi invece il compito di portare nel cuore il ricordo e la riconoscenza per aver dato una grande lezione: l’urlo della provincia può varcare i propri confini, e giungere fino all’intera nazione.

 

Last modified: Novembre 11, 2022
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