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29 febbraio, il giorno che non c’era

Oggi, 29 febbraio, si concretizza l’anno bisestile che annovera un giorno in più al suo calendario e ciò avviene una volta ogni quattro anni. Le curiosità, credenze e tradizioni che riguardano l’anno bisestile sono molte ed alcune alquanto interessanti.

di Leonardo Miraglia

Il termine bisestile, per esempio, viene dal latino bis sexto die ossia sesto giorno doppio; ma per quale motivo i romani che, nella persona di Giulio Cesare, promulgarono l’anno bisestile, chiamarono così il giorno in più inserito dal 46 a.C. nel calendario (che prese il nome di calendario giuliano in nome di Giulio Cesare)?

Ai tempi di Giulio Cesare era già noto che l’anno solare non era composto da 365 giorni ma che esisteva una coda temporale da aggiungere di 6 ore. Gli studiosi del tempo osservarono, in merito a questa aggiunta oraria, che ogni quattro anni ciò portasse alla perdita di un intero giorno e per ovviare a questo inconveniente fu stabilito di aggiungere 24 ore ogni quadriennio, ai 365 giorni canonici di calendario. Fu deciso che il giorno in più dovesse essere aggiunto dopo il 24 febbraio (sexto die ante Kalendas Martias nella lingua latina).

Dobbiamo precisare che i romani contavano i giorni mensili sottraendoli a determinate festività, come le Idi e le Calende, contando anche il giorno di partenza; quindi, tra il 24 febbraio e il primo marzo (che coincide con le Calende di marzo) ci sono appunto sei giorni (24-25-26-27-28-1), ma negli anni bisestili, con febbraio di 29 giorni, il giorno 24, che era sexto die, sarebbe diventato septimo die.

Tuttavia, dato che septimo die era il giorno 23 e non potendo chiamare il 24 septimo die lo chiamarono bis sexto die, ossia sesto giorno doppio. Da qui il nome di “bisestile” che poi venne utilizzato per definire l’anno con il giorno in più.

Nei paesi nordici il 29 febbraio è l’unico giorno in cui la tradizione prevede che le donne possano dichiararsi al proprio possibile partner a patto che si presentino al cospetto del preteso con in mano una cucurbitacea (volgarmente, zucchina) e dopo essersi dichiarate la bacino tre volte -senza essere maliziosi in questa piccola cerimonia vedo un preciso richiamo al sesso fisico dell’uomo ma anche all’atto sessuale-.

Sempre nell’alveo della zona nord del mondo esiste anche una leggenda irlandese che, somigliando alla tradizione diffusa nei paesi nordici, prevede che il 29 febbraio sia l’unico giorno in cui le ragazze possono chiedere al proprio fidanzato di sposarlo: ma a differenza di dover baciare una cucurbitacea otterranno dall’uomo, se lui rifiuta la proposta di matrimonio, dodici paia di guanti (uno per ogni mese dell’anno), così che la sposa mancata possa nascondere le mani ed evitare l’imbarazzo di mostrarle senza l’anello di fidanzamento.

Saltando dalle leggende al mondo dei computer si è scoperto che Il programma Excell prevede l’esistenza del 29 febbraio 1900, che in realtà non esiste. Questo è un bug che è noto con il nome di “Bug dell’anno bisestile” e ciò significa anche che i giorni fino al primo marzo 1900 sono sbagliati.

L’errore del software in questione è dovuto al fatto che chi lo ha programmato non ha tenuto conto della regola del calendario gregoriano che così recita: «un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l’eccezione degli anni secolari (quelli divisibili per 100) che non sono divisibili per 400». Perciò si eliminano fra i secolari anche il 1900 perché non divisibile per 400. Si salterà anche il 2100, quindi ricordiamoci di avvertite la Microsoft per tempo.

Come ultima curiosità apriamo il guiness dei primati e alla voce “record del 29 febbraio” troveremo un primato veramente singolare, stabilito nel 2016 da una famiglia irlandese: nel suo albero genelagico sono annoverate ben tre generazioni di nati il 29 febbraio, ossia nonno Eric Keogh, suo figlio Peter e la nipote Bethany. Un evento più unico che raro, visto che la probabilità di nascere in questo giorno è di una su 1461.

Last modified: Febbraio 29, 2024
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