PISA – Dopo la sconfitta contro il Bari ed il burrascoso finale di gara non poteva mancare “Pallone di-pendente” ricco più del solito è infarcito di emozioni più che mai amare della nostra Chicca.
Il calcio è uno sport in continua evoluzione. Non solo sul terreno di gioco, dove i tecnici tentano continuamente di portare alcune novità tattiche.
I piani alti del pallone, ogni stagione, cercano di migliorare lo svolgimento del gioco, provando a inserire chiarimenti e parziali modifiche a norme già esistenti per correggere alcune difficoltà nate da certe situazioni sporadiche. Una di queste è il momento in cui il pallone, casualmente, colpisce l’arbitro.
Fino a qualche anno fa, l’arbitro, in mezzo al campo, è sempre stato considerato come un agente esterno, quasi fosse un palo della porta. Nel momento in cui il pallone lo colpiva, si faceva finta di nulla, continuando l’azione come se non fosse appunto successo niente, anche se, con quel tocco, cambiava la squadra in possesso della palla.
Dal 1° luglio 2019, qualora il direttore di gara venga a contatto con il pallone, il gioco va immediatamente fermato. Il testo relativo alle modifiche delle Regole del Giuoco del calcio rispetto all’edizione 2018/19, approvate dall’organo internazionale addetto alle modifiche del Regolamento, International Football Association Board (IFAB), alla Regola 9 «Pallone in gioco e non in gioco», recita testualmente: «il pallone non è in gioco quando: ha interamente oltrepassato una linea di porta o una linea laterale, sia a terra sia in aria; il gioco è stato interrotto dall’arbitro; tocca un ufficiale di gara, rimane sul terreno di gioco e una squadra inizia un attacco promettente o il pallone entra direttamente in porta o cambia la squadra in possesso del pallone». In tutti questi casi, il gioco verrà fermato e ripreso con una rimessa dell’arbitro nel punto in cui ha toccato la palla.
In occasione della gara disputata all’Arena dal Pisa contro il Bari, allo scadere del tempo, nell’azione a tutti gli effetti «promettente» che porta al rigore concesso alla squadra ospite (trasformato in vittoria 1-2), il direttore di gara tocca il pallone, l’azione prosegue e si conclude con il fallo di mano in area pisana e il penalty assegnato al Var.
Sull’episodio in sé, non c’è praticamente altro da dire: un obbrobrio tecnico, dettato dalla fretta, dall’inesperienza o dalla tensione, chissà, forse non era neanche in malafede: è stato semplicemente scarso. Il Pisa ha perso per colpa dell’arbitro? Non esiste domanda più superficiale per una partita di calcio. So bene quanto possa essere scivoloso l’argomento e come, ognuno di noi, non potrà essere lucido nel giudicare quello che accade in campo. I limiti e gli errori tecnici o tattici di una squadra sono una cosa, le sviste arbitrali o certi indirizzi delle direzioni di gara, un’altra. Sono due rette parallele che però alla fine si incontrano e spiegano la superficialità della domanda di cui sopra. Sono due discorsi diversi che però condizionano l’un l’altro e non è sempre detto che uno sia così preponderante sull’altro. Svarioni in serie e errori pesanti hanno condizionato l’andamento dell’incontro, al netto dei limiti della squadra di D’Angelo, con il capolavoro finale ad opera del fischietto di turno.
Ogni decisione dubbia (e anche la maggior parte di quelle solari) sono andate contro il Pisa, che evidentemente non è previsto nei piani alti della classifica. «Domenica bestiale», dunque, non solum in quanto abbiamo assistito all’ennesima perla di una collana di episodi grotteschi che stanno condizionando il cammino in campionato del Pisa, sed etiam perché a fine partita il Sig. Colombo non ha neanche chiesto scusa, anzi ha preteso di avere ragione dispensando improbabili lezioni di diritto e sventolando al capitano neroazzurro che chiedeva lumi il cartellino rosso. Se può sembrare disdicevole perfino incazzarsi, ancora «c’è chi dice no» e, a quei pochi o tanti che siamo, lasciate almeno questa libertà.
Ancora una volta i tifosi del Pisa devono far proprio il monito brechtiano – «quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere» – e resistere ancora!
Last modified: Aprile 24, 2023