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Un futuro stampato su carta: Pisa e Manchester guidano la rivoluzione dell’elettronica flessibile

PISA- Immaginate di poter stampare da soli, su un semplice foglio di carta, un dispositivo elettronico come un tablet o uno smartphone. Non è fantascienza, ma un traguardo verso cui la ricerca si sta muovendo, grazie all’elettronica stampata basata su materiali bidimensionali. In prima linea in questo percorso ci sono due eccellenze scientifiche europee: l’Università di Pisa e l’Università di Manchester.

Da Manchester arriva l’expertise nella manipolazione del grafene, materiale scoperto nel 2004 e premiato con il Nobel nel 2010. Pisa, invece, da anni porta avanti ricerche pionieristiche sull’elettronica flessibile e sulle tecnologie di stampa avanzate, grazie anche ai progetti ERC guidati dal professor Gianluca Fiori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

Un nuovo passo avanti arriva da uno studio congiunto tra i Dipartimenti di Fisica e Ingegneria dell’Informazione di Pisa, il Dipartimento di Chimica di Manchester, le Università di Salerno e L’Aquila, pubblicato su Advanced Functional Materials, rivista di riferimento nel settore.

Il lavoro nasce dalla sinergia tra teoria ed esperimenti”, spiega Damiano Marian, ricercatore del Dipartimento di Fisica di Pisa. “Abbiamo studiato la conducibilità degli inchiostri a base di materiali bidimensionali, essenziali per la realizzazione di dispositivi indossabili e flessibili, analizzando come questa vari con la temperatura e i processi di trattamento termico”.

Questa tecnologia – aggiunge Alejandro Toral-Lopez, ricercatore in Ingegneria dell’Informazione – permette la produzione di dispositivi in ambienti non industriali, anche con infrastrutture minime. È una delle basi dell’industria 5.0, orientata alla personalizzazione e alla sostenibilità. Comprendere a fondo i meccanismi di trasporto elettrico in questi materiali è ormai essenziale.”

“Studiare il passaggio della corrente in questi dispositivi – afferma Alessandro Grillo, Research Fellow all’Università di Manchester – è come seguire l’acqua in un labirinto di canali microscopici. Con il nostro modello, ora riusciamo a descrivere con precisione i comportamenti osservati, avvicinando la teoria alla realtà applicativa.”

Un progresso che, pur ancora lontano dalla quotidianità, apre scenari affascinanti: un giorno potremmo arrotolare il nostro computer, usarlo, e poi smaltirlo nella raccolta della carta.

Last modified: Luglio 23, 2025
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