Written by 6:48 am Pisa, Attualità

Proteste e raccolta firme degli abitanti in Via Giordano Bruno per il taglio degli alberi

PISA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di protesta di un gruppo di abitanti di Via Giordano Bruno nel quartiere di San Martino a Pisa, in merito al taglio degli alberi per l’inizio dei lavori per la ristrutturazione dell’ex distretto militare Cartatone e Montanara. Sull’abbattimento degli alberi è partita anche una raccolta firme.

“Da ormai oltre due settimane il grande cancello si apre alle 7 del mattino (per ritornare immediatamente ben serrato anche agli occhi dei meno curiosi!). Prima delle 8 si odono già  le motoseghe dei tagliaboschi. Ma tutto questo dove? In via Giordano Bruno, nel quartiere storico di San Martino, dove sono iniziati i lavori per la ristrutturazione dell’ex distretto militare Curtatone e Montanara trasformandolo in un nuovo “parco pubblico” con recupero dei volumi edilizi in edilizia convenzionata per totali 73 appartamenti. Ma le motoseghe? Forse, hanno ipotizzato scioccamente i residenti in San Martino, serviranno per la potatura dei grandi alberi che, anche se ormai lasciati a loro stessi negli ultimi venti anni dalla precedente gestione militare, necessiteranno ora (per la trasformazione dell’area in un bel parco cittadino, come dettagliato nel progetto edilizio autorizzato dal Comune di Pisa)  di un’energica potatura volta a recuperare le antiche forme botaniche. Grandi platani, quasi centenari (noi del ’50 che abbiamo fatto la visita militare nel distretto li ricordiamo bene !), enormi e sanissime magnolie, lecci oltre altre specie come abeti alti 12 metri”.

“Cittadini ingenui, Sognatori. In queste due settimane abbiamo visto uscire dall’ex distretto camion e camion carichi di tronchi anche cm. 60-70 di diametro che a noi, che non siamo agronomi, sono sembrati di legno ben sano e non certo alberi malati – continua la nota – Sono presenti, rimaste, sopravvissute oggi, nel centro del piazzale adiacente il cancello d’ingresso, solamente 7- 8 grandi piante. Da sempre, più indietro, svetta oltre i tetti delle camerate un gigantesco cipresso, sopravviverà  all’azione di questi tagliaboschi? Non sappiamo quanti alberi fossero, 70, 80, forse di più! Che tutti fossero malati?  Che fosse necessario abbatterli tutti per “bonificare” il sito come ci hanno detto gli operai-tagliaboschi? Sono rimasti solo quelli al centro del piazzale; esigenza di un architettonico gusto estetico e motivo ornamentale per il nuovo complesso che verrà. Ma non è che la legge esige, per poter eliminare un albero, un’esatta, personalizzata per singolo albero, relazione di un professionista agronomo?  Chi ha autorizzato questa decapitazione? Quale ufficio ha confermato l’impossibilità ad un loro recupero?”

“Sul cancello, bambini di qualche classe hanno appeso disegni volti alla salvaguardia degli alberi; noi cittadini ecologici siamo preoccupati per aver perso un polmone verde che anche se sostituito con nuove piantumazioni necessiterà di oltre 100 anni per tornare a difenderci dal caldo, dall’inquinamento. Nuove piante che non avranno certo analoga forza di mitigare il clima, ridurre le escursioni termiche, sostenere la biodiversità. Sottolineiamo la contraddizione con le raccomandazioni a salvaguardare tutti gli spazi alberati, spesso richiamate da tutti gli esperti in ordine alla lotta al cambiamento climatico. Ci hanno promesso un nuovo parco? Come sarà? Quale diametro avranno le nuove piante? Quanti anni per recuperare quanto oggi decapitato? C’è chi giustifica questa eliminazione dicendo che i camion, le gru, la manovalanza sarebbero stati rallentati, se gli alberi fossero rimasti in sito? Che le escavazioni avrebbero da sole  tagliate le radici degli alberi con conseguente danno alle piante.  Non ce la sentiamo di condividere.

Pensiamo che tutto questo sia in contraddizione con il futuro “parco pubblico”, oggi decapitare per poi domani ripiantumare esili alberelli. O forse il futuro sedicente parco pubblico sarà solamente un parco condominiale “aperto al pubblico e dal pubblico pagato”? La distruzione delle piante aggraverà gli effetti di un piano edilizio, che contraddice il sano principio di non esagerare con la pressione abitativa nei centri storici; inoltre con 73 nuovi appartamenti  aumenteranno le auto circolanti e di conseguenza l’inquinamento, che gli alberi avrebbero potuto contrastare”, conclude la nota di un gruppo di cittadini residenti in San Martino”.

Last modified: Novembre 27, 2023
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