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La Festa della Toscana agli Arsenali Repubblicani

PISA – Celebrata, presso il suggestivo scenario degli Arsenali Repubblicani a Pisa, la Festa della Toscana, istituita dal Consiglio Regionale a far tempo dall’anno 2000 e che, per la presente edizione ha avuto come tema i valori umani e la lotta alle disuguaglianze in memoria di Don Lorenzo Milani, di cui ricorre il centenario della nascita.

di Giovanni Manenti

La scelta del periodo è legata al fatto che proprio in Toscana, il 30 novembre 1786, venne abolita la pena di morte e la tortura per volontà dell’allora Granfuca Pietro Leopoldo, un evento di portata storica in quanto il Granducato divenne il primo stato al mondo a pronunciarsi in tal senso, ragion per cui questa mattina – dopo il rituale alzabandiera ed esecuzione degli Inni nazionale ed europeo da parte dell’Orchestra Sinfonica e del Coro del Liceo Musicale “G. Carducci” diretti dai Maestri Andrea Gorini, Laura Sarti, Lucia Neri e Raddaele Della Croce – si sono succesuti i saluti del Presidente del Consiglio Comunale di Pisa Alessandro Bargagna, del Sindaco di Pisa Michele Conti, del Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, del Presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori e del Dirigente Amministrativo Uff. X di Pisa Andrea Simonetti.

A conclusione della parte introduttiva, le celebrazioni sono entrate nel vivo grazie all’intervento del Prof. Lauro Seriacopi – Vicepresidente della Fondazione Don Milani – che ha intrattenuto il folto pubblico presente tracciando un profilo dell’opera e del messaggio rivolto ai posteri da parte di Don Milani durante gli anni del suo sacerdozio, alle cui parole sono seguite le testimonianze degli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado cittadine, introdotti dalla Dirigente Scolastica Valeria Raglianti, per poi toccare all’Assessore alla Scuola e Servizi Educativi del Comune di Pisa Riccardo Buscemi, unitamente all’Avv. Francesca Carnicelli di Amnesty International, rivolgere un appello in favore dell’ingegnere pisano Fulgencio Obiang Esono, attualmente detenuto in Guinea equatoriale con l’accusa di aver collaborato ad un presunto colpo di Stato e del quale non si hanno notizie da tempo.

Il tutto intervallato da un intermezzo ed un finale musicale sempre a cura dell’Orchestra Sinfonica e del Coro del Liceo Musicale “G. Carducci” per una mattinata che ha avuto principalmente il compito di far riflettere sia sui messaggi di attenzione, condivisione e solidarietà lanciati da Don Lorenzo Milani nel suo apostolato che sulle disuguaglianze tuttora esistenti sul pianeta quanto all’applicazione dei più elementari diritti umani.

E’ pertanto questo il significato che all’odierna celebrazione ha voluto attribuire il Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, sottolineando come: “ogni anno sia nostra volontà ricordare che la Toscana è stato il primo Stato al Mondo ad abolire la pena di morte il 30 novembre 1786 grazie alla scelta lungimirante del Granduca Leopoldo, ragion per cui quest’oggi vogliamo attualizzare quel messaggio per ricordare alle ragazze ed ai ragazzi di prendersi cura degli altri, esattamente come quel motto – “I Care” – che Don Lorenzo Milani ha voluto affiggere all’ingresso della Scuola di Barbiana, al fine di costruire le condizioni affinché ogni adolescente possa avere il diritto allo studio e confermare altresì che la differenza fra due persone debba basarsi su quante parole ognuno di noi è in grado di esprimere, attraverso la formazione e la conoscenza, a rappresentare il modello con cui Don Milani chiede di ridurre le disuguaglianze che ancora persitono sul pianeta, basti pensare che 58 Paesi applicano tuttora la pena di morte, strumento per fare violenza a chi la violenza ha commesso“.

Nello specifico della figura di Don Lorenzo Milani, il Vicepresidente della Fondazione allo stesso intitolata, Prof. Lauro Seriacopi, ha tenuto ad evidenziare come: “il messaggio forte che ancora risuona non solo nelle stanze di Barbiana sta tutto in quelle due parole, “I Care”, vale a dire “mi faccio carico, mi prendo cura di …”, a ribadire che il Mondo si salva solo se ci impegnamo a salvarlo attraverso la consapevolezza di navigare tutti sulla stessa imbarcazione, un monito ripreso anche da Pietro Calamandrei nella famosa lettera indirizzata ai giovani ed in cui invitava i medesimi a difendere quei valori che ci sono stati affidati dalla nostra Costituzione, molti dei quali si sono realizzati, basti pensare ai temi del Lavoro, della Giustizia e della Salute, ovvero diritti dell’uomo alcuni dei quali mancano ancora nella nostra Società“.

Sotto questo profilo“, conclude il Prof. Seriacopi, “io non credo che i giovani siano i primi responsabili, in quanto se sbagliano è perché non ricevono le guide giuste, mentre se gli insegnamenti che provengono dalla Famiglia e dalla Scuola sono appropriati, ecco che i giovani comprendono quale sia il loro percorso di crescita utilizzando ciò che di buono è stato costruito nel passato ed è questo il compito del Maestro, che deve necessariamente essere anche severo perché deve prendere all’inizio per mano bambini che non sanno pensare al fine di portarli ad esprimersi attraverso un’evoluzione del proprio pensiero“.

In merito, infine, alla vicenda sopra riportata riguardante il cittadino pisano Fulgencio Obiang Esono, l’Assessore alla Scuola ed ai Servizi educativi Riccardo Buscemi così si è espresso: “il messaggio “I Care” lasciato in eredità da Don Milani sottintende che “un tuo problema è il mio problema”, ed ecco pertanto che noi oggi siamo alle prese con la situazione del nostro concittadino Fulgencio, detenuto nella Guinea Equatoriale a conclusione di un processo sommario ed in ordine al quale siamo a chiedere di avere notizie circa il suo stato di salute e che possa godere dei principali diritti spettanti ad un carcerato, ciò in quanto rappresenta un qualcosa che deve coinvolgere l’intera comunità pisana ed ecco pertanto il motivo per il quale la sua vicenda è stata inserita nella giornata dedicata alla memoria di Don Milani, facendo sì che anche gli studenti non si volgano indietro di fronte ad una problematica di questo tipo, auspicando che ciò possadeterminare una revisione del processo“.

Last modified: Dicembre 1, 2023
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