PISA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della consigliera comunale Emilia Lacroce (La città delle persone) in merito alla condivisione con il settore educativo del percorso verso i 5 nidi ristrutturati e sui numeri effettivi delle bambine e dei bambini esclusi dalle graduatorie.
“Pisa dovrebbe avere presto 5 nidi ristrutturati o, nel caso di 2 di essi, nuovi grazie ai fondi del PNRR. Nonostante non sia ancora chiaro quando saranno collaudati—un’informazione che abbiamo richiesto più volte—questa rappresenta un’occasione importante e irripetibile per offrire spazi educativi funzionali, accoglienti, inclusivi e sicuri alle bambine e ai bambini. Per raggiungere questi obiettivi, riteniamo fondamentale il confronto con chi si occupa di educazione per lavoro, comprendendo da loro quali siano le reali necessità. Per questo motivo, a luglio, abbiamo presentato un’interrogazione scritta al sindaco e alla giunta, chiedendo se nel percorso fossero stati coinvolti la Direzione Servizi Educativi, il Coordinamento Pedagogico, le educatrici e gli educatori dei nidi, quali fossero le date di scambio dei documenti, quali suggerimenti fossero stati accolti, quali no e per quale motivo. La risposta scritta dell’assessore Buscemi si è rivelata un manuale di vaghezza. Si afferma genericamente che i progetti sono il frutto di un confronto continuo tra gli assessorati competenti, supportati dai rispettivi uffici. Tradotto: nessun confronto con le professioniste e i professionisti del settore educativo. È come progettare un ponte senza consultare un ingegnere. Questa giunta del fare continua a dimostrarsi la giunta del fare a caso e, spesso, male. Vorrei anche tornare sulla questione delle graduatorie. L’assessore Buscemi continua a minimizzare il numero di bambine e bambini rimasti fuori e accusa l’opposizione di gonfiare i dati, ma non è così. I numeri che presenta sono falsati dal fatto che non considera le famiglie che si sono dovute organizzare prima dell’arrivo dello scorrimento delle liste e quelle che hanno dovuto rinunciare perché, con l’attuale regolamento, la scelta della struttura prevale sul tempo lungo o corto. Per esempio, se a un bambino viene assegnata una struttura vicina a casa, ma con orario breve, e i genitori lavorano fino a sera, l’assegnazione diventa inaccettabile.“, conclude la Consigliera Lacroce.
Last modified: Settembre 12, 2024