PISA – Sorridere spesso, non farsi trascinare nel limbo della noia, dell’inattività, dell’inedia; sorridere di sé stessi e degli altri, meglio un pesce d’aprile che un giorno noioso, meglio sbattere contro un palo e ridere dell’evento che restare a fissare il vuoto in un pomeriggio inutile e svuotato di ogni significato.
di Leonardo Miraglia
Una vita piena, piena anche di problemi, di grattacapo rendono l’esistenza viva e vivace fanno si che l’uomo possa mantenere in movimento i collegamenti delle sue sinapsi cerebrali e che possa evitare di scivolare sempre più velocemente in un baratro senza fine come quello dell’accidia (Dante ne fece la protagonista di unodei suoi gironi infernali, perciò è significativo di quanto questa emozione sia deleteria fino al punto da condurci dritti drittiall’Inferno).
Purtroppo, la vita spesso ci riserva soltanto giorni noiosi, giorni uguali a sé stessi, giorni in cui la routine prevale e porta alla spersonalizzazione di sé, all’omologazione, all’equalizzazione verso il basso.
Stiamo diventando e forse lo siamo già, automi, macchine di carne e sangue che ripetono ad oltranza azioni, movimenti e compiti. La nostra vita è ormai quasi completamente sommersa dalla forza dell’abitudinario, del rito secolare della quotidianità e noi tutti siamo schiavi di questo grande meccanismo che non ci stritola nei suoi ingranaggi solo perché siamo noi stessi a farlo muovere.
Eppure, sappiamo cosa voglia dire sorridere, conosciamo l’ironia, la farsa, addirittura la crudeltà del sarcasmo e molti di noi si vantano di essere liberi pensatori, acuti osservatori e umoristi ante litteram ma secondo l’oracolo non è così, al punto che oggi ci vuole far notare quanto i giorni possano essere realmente noiosi e privi di spinta, di spuma, di verve.
Il prof. William Tunstall-Pedoe dell’Università di Cambridge, dopo avere immesso in uno speciale programma di software più di 300 milioni di titoli di giornali e relative notizie, una moltitudine di fatti grandi e piccoli su “persone, luoghi, affari e avvenimenti”, allo scopo di determinare quale sia stato il giorno più noioso della Storia, ha rilevato che questo fu l’11 aprile del 1954 che è divenuto il “giorno più noioso della storia” per l’assenza di avvenimenti di rilievo nel contesto mondiale.
Quindi i giorni noiosi esistono eccome e sicuramente, se non sono così noiosi come il fantomatico 11 aprile del 1954 giorno dove probabilmente ci fu anche un picco di suicidi a causa dell’inedia,sono sufficientemente noiosi perché fanno da sostrato all’incantesimo della quotidianità che ci fa vivere in un ambiente permeato di qualunquismo e indifferenza.
Allora, oggi il proposito è ridere, ridere come se fosse di nuovo il primo di aprile per ricordarci che siamo uomini e non macchine, siamo fatti di emozioni e non di intelligenza artificiale e che la nostra vita se ci allontaniamo solo di qualche passo è realmente poco più di un battito di ciglia e quindi va vissuta a fondo, sempre,ogni momento della giornata, anche quando dormiamo nei nostri sogni dobbiamo essere i protagonisti e mai più comprimari o perfino comparse.
Last modified: Aprile 11, 2023