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ASL Toscana nord ovest: nuovo modello per i centri dialisi, più qualità ed equità nelle cure

PISA – Nei centri dialisi della ASL Toscana nord ovest è stato introdotto un nuovo modello organizzativo della rete nefrologica-dialitica, pensato per migliorare la qualità, la sicurezza e l’equità dell’assistenza ai pazienti affetti da patologie renali.

L’obiettivo del progetto – spiegano Giovanni Grazi, responsabile dell’area degenza medica (che comprende medicine interne, nefrologie e dialisi), e Aldo Casani, coordinatore della rete nefrologica aziendale – è uniformare i trattamenti su tutto il territorio, mantenendo standard elevati anche nei centri più periferici, dove la presenza continua dello specialista non è sempre garantita”.

Il nuovo assetto si basa sulla classificazione funzionale delle strutture nefrologiche in tre categorie:

  • Centri Dialisi Ospedalieri (CDO): dotati di reparto di degenza autonoma.
  • Centri ad Assistenza Decentrata (CAD): senza degenza, ma con nefrologo presente a ogni turno dialitico.
  • Centri ad Assistenza Limitata (CAL): con presenza del nefrologo garantita in almeno due turni settimanali.

Questa suddivisione consente di attivare procedure condivise per la gestione delle urgenze, sia cliniche che organizzative e tecnologiche, rendendo il sistema più efficiente e sicuro. Il progetto rappresenta anche una risposta concreta alla carenza di medici nefrologi, un problema diffuso a livello nazionale che interessa anche l’area della Toscana nord ovest.

Fondamentale è stato il coinvolgimento delle unità operative di medicina e anestesia-rianimazione dei singoli ospedali, oltre alla presenza di personale infermieristico altamente formato, essenziale per la conduzione sicura dei trattamenti emodialitici, soprattutto nei centri a supporto limitato.

Elemento chiave del nuovo modello è la collaborazione tra strutture secondo il modello “hub and spoke”: i centri ospedalieri principali (hub) supervisionano i centri periferici (spoke), anche grazie alle più moderne tecnologie informatiche. Questo approccio permette una gestione integrata delle criticità e un intervento tempestivo nei casi di emergenza, specialmente nei CAL.

Con questa riorganizzazione – dichiara la direttrice generale Maria Letizia Casani la nostra Azienda conferma la volontà di costruire una sanità pubblica più vicina ai territori, capace di innovare e rispondere con efficacia alle nuove sfide. Ringrazio tutti i professionisti coinvolti, che ogni giorno, nonostante le difficoltà legate alla carenza di specialisti, si impegnano per garantire cure di qualità e sicure a tutti i cittadini”.

Last modified: Luglio 11, 2025
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