PISA – “In questi giorni si parla molto di sicurezza intesa come controllo dell’ordine pubblico ma il primo luogo dove dobbiamo garantire la sicurezza è tra le mura domestiche. La violenza all’interno della famiglia e della coppia non è mai un fatto privato – spiega Irene Galletti, coordinatrice regionale del Movimento 5 Stelle – perché impatta sulla qualità della vita e sulla salute fisica e mentale delle vittime, siano adulti, adolescenti o, purtroppo, bambine e bambini. A risentirne è tutta la comunità, sempre”.
“In Toscana abbiamo una buona rete di ascolto e supporto per le vittime di violenza, anche se restano differenze territoriali che vanno colmate al più presto e che vedono le zone interne dell’aretino, del senese e del grossetano in ritardo rispetto all’area metropolitana e alla costa. Il fenomeno è in crescita: nell’ultimo rapporto sulla violenza di genere presentato a novembre scorso dalla Regione Toscana, sono oltre 4.500 le donne che in un anno si sono rivolte a un Centro antiviolenza e 3262 quelle che hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza – di queste, il 62% insieme ai propri figli, di cui molti ancora bambini; gli accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti hanno sfiorato i 2mila in un anno (di questi, 400 sono stati di minorenni). Anche le richieste di assistenza ai Consultori sono in aumento (920 nel 2023, 810 nel 2022) e gli ultimi dati disponibili parlano di 1.250 le donne prese in cura dai Servizi sociali per la violenza di genere.
I numeri sono allarmanti: serve un impegno più deciso. Per le donne, che rappresentano oltre l’80% delle vittime, il principale ostacolo nel lasciare il partner-carnefice è la mancanza di indipendenza economica. La Regione deve investire di più per accompagnare queste donne verso l’autonomia, con percorsi di formazione, inserimento e reinserimento lavorativo, e un sostegno concreto alle madri con figli a carico.
Come Movimento 5 Stelle, vogliamo poi impegnarci spingere la Regione a intervenire sempre di più alla radice, cercando soluzioni anche inedite ed originali per accompagnare i ragazzi e le ragazze nella crescita affettiva. È ormai risaputo che stiamo assistendo a una sorta di “regressione” culturale che vede le adolescenti e le pre-adolescenti accettare comportamenti di controllo fin dalle primissime relazioni. Secondo Save The Children, tra i ragazzi c’è un’accettazione diffusa delle forme di controllo (che sono in aumento anche grazie alla disponibilità dei dispositivi digitali), un aumento della tolleranza di pratiche violente e la persistenza di stereotipi di genere: il 30% interpreta la gelosia come un segno di amore, il 21% ritiene una prova d’amore condividere con il partner le password dei dispositivi e il 19% dichiara di essere stato spaventato almeno una volta da atteggiamenti violenti come schiaffi, pugni, spinte o lasci di oggetti.
È una tendenza chiara che potrebbe portare a un’escalation del fenomeno. La Regione può fare molto per invertire la tendenza, lavorando in stretta collaborazione con tutti gli enti che, a vario titolo, si occupano di violenza di genere e violenza di coppia, anche trovando soluzioni che non scarichino tutto sulla scuola, che rischia di diventare un contenitore buono per tutto, soprattutto per la propaganda politica”.
Last modified: Ottobre 9, 2025