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Femminicidio a Sant’Ermete, serve una risposta collettiva: “La violenza è un problema strutturale, non un’emergenza”

PISA- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della portavoce della Conferenza Donne Democratiche di Pisa, sul femminicidio accaduto a  Sant’Ermete, Ilaria Fiori.

Contro la violenza sulle donne serve un impegno collettivo, strutturale e culturale

A pochi giorni dal femminicidio avvenuto nel quartiere di Sant’Ermete, che ha profondamente scosso la nostra comunità, sentiamo l’urgenza di condividere alcune riflessioni. Troppe donne continuano a essere uccise, anche dopo aver denunciato e chiesto aiuto. In molti casi, le istituzioni e le forze dell’ordine, pur chiamate a proteggerle, non riescono a farlo per sottovalutazioni, mancanza di risorse o strumenti adeguati. In altri casi, come quello di Samantha, la violenza si consuma nel silenzio delle mura domestiche. Un silenzio dettato dalla paura, dalla solitudine, dalla sfiducia, o dal senso di dover sopportare per proteggere i figli. Il risultato non cambia: le donne continuano a morire per mano degli uomini con cui condividono – o hanno condiviso – la loro quotidianità. L’introduzione del reato di femminicidio, punito con l’ergastolo, è stata certamente un passo avanti simbolico. Ma dobbiamo essere lucidi: nessun inasprimento legislativo ha finora prodotto una reale inversione di tendenza. Questo perché la violenza di genere non è un’emergenza episodica, ma un problema strutturale, profondamente radicato nella cultura patriarcale che ancora permea la nostra società. Se vogliamo davvero contrastare questa strage, dobbiamo partire dalla prevenzione culturale. Serve un cambio di paradigma, che coinvolga ogni ambito della vita sociale e formativa: dalla scuola alla famiglia, dai media alle istituzioni.
La stampa, ad esempio, ha il dovere di usare le parole giuste. L’uccisione di Samantha non è una “tragedia familiare”, ma un omicidio. Un atto criminale compiuto da un uomo mosso da un senso distorto di possesso e di dominio, che nulla ha a che fare con l’amore o con dinamiche sentimentali. È fondamentale ricordare che gli uomini che agiscono violenza e le donne che ne restano intrappolate sono stati, prima di tutto, bambini e bambine cresciuti in un contesto educativo che spesso non ha insegnato loro il rispetto dell’altro, né ha scardinato stereotipi di genere duri a morire.
Stereotipi che ancora assegnano ruoli sociali rigidi, che limitano l’autodeterminazione femminile e legittimano, agli occhi di alcuni uomini, l’uso della violenza come strumento di controllo o punizione. Se non affrontiamo la violenza maschile contro le donne come una responsabilità collettiva, che coinvolga l’intera società, continueremo a piangere nuove vittime. È il momento di investire seriamente in educazione, prevenzione e strumenti efficaci di protezione e supporto. Solo così potremo sperare in un cambiamento reale, duraturo, profondo
“, conclude la portavoce.

FOTO TRATTA DA FACEBOOK DONNE DEMOCRATICHE PISA.

Last modified: Luglio 25, 2025
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