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Un Gianluigi Paragone creativo, ironico e coinvolgente allo Scotto Festival

PISA – Un Gianluigi Paragone creativo, ironico e coinvolgente, quello che, introdotto sul palco dall’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa per Filippo Bedini, ha intrattenuto il discreto pubblico – e mai come in questo caso, gli assenti hanno avuto torto – martedì pomeriggio 18 giugno 2024 nell’ambito del “Pisa Scott Festival”, con il suo monologo tratto dal libro “Moderno sarà lei” dal medesimo scritto e che poi ha autografato ai presenti.

di Giovanni Manenti

Partendo da Clint Eastwood per finire all’Intelligenza Artificiale, Paragone ha posto delle, in alcuni casi molto amare, riflessioni su ciò che il progresso, soprattutto quello tecnologico impostato in massima parte sull’uso dei social, ci sta facendo o già fatto perdere della nostra cultura, sottolineando in particolare come molte delle creazioni ed invenzioni che sono sparse per il Mondo siano di artisti italiani, così come in Italia non si studi la Lirica – patrimonio pressoché esclusivo del nostro Paese – al contrario di ciò che accade ad altre latitudini, in Asia specialmente, ponendo altresì l’attenzione sui “falsi miti”, quali quelli degli “influencer” che stanno condizionando la crescita dei nostri giovani.

Una spirale, pertanto, difficile da fermare, in ordine alla quale lo stesso Paragone sottolinea come: “il mio monologo rappresenta più che un’analisi critica, un racconto, un gioco di specchi fra l’Italia dei nostri nonni e quella dei nostri figli che vanno a due velocità completamente diverse, considerando che quella dei nonni non era meno importante, visto che ha lasciato un segno tangibile, al contrario di quella dell’attuale generazione digitale che rischia di non farlo affatto, se non attraverso un linguaggio nel Mondo tecnologico, ragion per cui ho paura di questa nuova realtà dove potrebbe anche accadere che l’uomo perda progressivamente il proprio ruolo. E’ questo il motivo“, prosegue l’autore, “per cui tutti coloro che hanno avuto modo di usare il proprio intelletto hanno capito che il gioco del nuovo è l’appoggio al Mondo precedente, siamo tutti degli gnomi posti sulle spalle dei giganti, ecco pertanto che la modernità rischia di creare una frattura in questa sequenza, causata altresì dalla scarsa considerazione che viene rivolta verso gli anziani, ritenuti in alcuni casi un ingombro, un qualcosa di fastidioso da dover gestire, mentre al contrario rappresentano la nostra memoria e solo quando riusciamo a capire che la saggezza è un valore ci rendiamo conto che anche nella caducità dell’aspetto fisico dobbiamo recuperare l’uomo che è malato e non deve essere un pacco da mandare qua e là, convinto come sono che la Società si misura nella sua capacità di avere cura anche delle persone anziane. Pur nelle difficoltà oggettive di arrestare un meccanismo che si muove sempre più velocemente“, conclude Gianluigi Paragone, “credo che l’unica arma di difesa sia quella di capire un po’ della logica che sta alla base della modernità, ovvero che la stessa tende ad utilizzare le persone come degli oggetti, mentre ciò che è l’Umanesimo, vale a dire il bello del vivere situazioni in cui l’uomo è ancora al centro, rappresenta la capacità di guardare un progresso e quindi non dovremmo lasciare questo tipo di conduzione alle macchine ed agli algoritmi e, soprattutto, a questi nuovi padroni delle nostre esistenze

Last modified: Giugno 19, 2024
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