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Pisa ricorda i tragici bombardamenti alla città

PISA – Il 31 di agosto Pisa ha ricordato l’inizio dei tragici bombardamenti sulla città. Era il 1943 e le sorti della Seconda Guerra Mondiale sembravano già decise, le forze Alleate erano sbarcate in Italia e risalivano la penisola preceduti da bombardamenti sugli obbiettivi più sensibili: porti, stazioni, ponti, fabbriche.

di Andrea Bartelloni

Pisa aveva tutto questo e fu facile obbiettivo degli aerei e dei cannoneggiamenti anche dal mare. Il 31 agosto si ricorda anche la morte di sette operai della fabbrica di aeromobili di Marina di Pisa, la CMASA, famosa per gli idrovolanti, che morirono l’anno successivo. Infatti, dal 4 marzo al 31 maggio 1944, una quindicina di incursioni aeree e i cannoneggiamenti dal mare provocarono la distruzione del 34% della superficie coperta della fabbrica. Capannoni dai quali, già un anno prima, con i primi bombardamenti su Pisa, si era cominciato a smantellare le attrezzature per trasferirle al nord, a Bellinzago Novarese.

Gli operai impiegati in questo lavoro saranno ancora all’opera quando inizieranno i bombardamenti del 1944, sei di loro ci lasceranno la vita e una lapide li ricorda in una nicchia accanto all’ingresso dell’oratorio della chiesa di Maria Ausiliatrice. La nuova collocazione, voluta da Aldo Berretta e approvata dal parroco don Francesco Barsotti ha avuto il plauso dell’Associazione Caduti sul Lavoro. La lapide che adesso è ben visibile in piazza Maria Ausiliatrice, prima si trovava all’interno dell’Oratorio, dà la giusta visibilità ai nomi di questi caduti sul lavoro che ormai molti avevano dimenticato: Primitivo Catella, Paolo Madrigali, Luigi Neri, Felice Orsini, Bruno Paffi e Duilio Rovina. Alle 9,30 la cerimonia di commemorazione dei bombardamenti sulla città di Pisa che ha preso il via proprio da Marina di Pisa alla presenza di autorità civili e militari: il sindaco di Pisa Michele Conti, il presidente della Provincia Massimiliano Angori, l’assessore Virginia Mancini e i consiglieri comunali Francesco Niccolai e Mauro Nerini. Dopo la deposizione di una corona d’alloro le parole e la benedizione da parte di don Roberto Jakanovic hanno concluso la cerimonia. Le autorità si sono poi spostate a Porta a Mare per le altre commemorazioni.

Ecco il discorso del Sindaco Michele Conti: “Il 31 agosto 1943 Pisa fu travolta dalla violenza della guerra. In pochi minuti, le bombe devastarono i quartieri, abbatterono ponti e fabbriche, ridussero in macerie intere strade. Sotto quelle macerie rimasero migliaia di innocenti: uomini, donne, bambini, operai che in quel momento, intorno all’ora di pranzo, erano al lavoro o a tavola con le proprie famiglie. La memoria di quel giorno resta impressa nei racconti dei testimoni: “Tutti neri, pieni di polvere, graffi e sangue scappavano verso la campagna come animali impauriti, non si fermavano per nessuna ragione e gridavano: è la fine del mondo!”. Così alcuni testimoni che abitavano nei quartieri più periferici della città, come Porta a Lucca e Ghezzano, descrissero le prime persone che videro arrivare in fuga dal centro e dal quartiere di Porta a Mare. I Lungarni furono semidistrutti, la stazione rasa al suolo e il quartiere di Porta a Mare venne polverizzato, la Saint Gobain fu duramente colpita e lì persero la vita molti degli operai che si trovavano in quel momento in pausa pranzo. Gli archi delle gallerie del Cimitero di via Pietrasantina vennero riempiti da montagne di sacchi grigi con i cadaveri delle vittime del bombardamento. Quel giorno, secondo le cronache ufficiali, le vittime furono 952 e migliaia furono i feriti, ma il bilancio è reso ancora più drammatico dal numero mai veramente definito dei dispersi. Pisa visse allora un dolore collettivo che ha segnato per sempre la nostra comunità. Oggi, ottantadue anni dopo, ci ritroviamo qui per onorare quelle vittime e rinnovare un impegno: quello di non dimenticare. Perché la pace non è mai conquistata una volta per tutte, ma è un bene fragile che richiede cura quotidiana, memoria e responsabilità. Il ricordo delle macerie di Pisa ci aiuta a guardare con maggiore consapevolezza e senso di responsabilità al presente. Anche oggi, infatti, le guerre non sono un ricordo lontano, ma una tragica realtà. Da oltre tre anni l’Ucraina è sconvolta da un conflitto che miete vittime civili e genera distruzione e dolore. Da quasi due anni, la guerra è tornata a colpire duramente in Medio Oriente: a Gaza il sangue scorre ogni giorno, e anche da Gerico – città della Cisgiordania con cui Pisa ha un patto di amicizia e fratellanza attivo da tanti anni – giungono notizie sempre più preoccupanti che ci spingono a sentirci tutti coinvolti nel dramma in atto. Pochi giorni fa il Presidente del Consiglio Meloni ha ricordato con forza che non possiamo abituarci alla guerra, né accettarla come una tragica normalità. Che il nostro Paese non può più tacere di fronte a una reazione che nella striscia di Gaza è andata oltre il principio di proporzionalità, mietendo troppe vittime innocenti. Ha richiamato la necessità di un cambio di passo, di una voce unita che sappia dire “mai più” ai conflitti armati e lavorare per soluzioni politiche e durature. Sono parole che condivido profondamente. E qui a Pisa, città che ha conosciuto il dramma dei bombardamenti, hanno un significato ancora più vicino. La nostra memoria collettiva ci impone di trasformare il dolore di allora in responsabilità oggi: per promuovere il dialogo, la solidarietà, la pace tra i popoli. Per questo, come Amministrazione comunale, continueremo a onorare la memoria storica, ma anche a coltivare i legami di amicizia e cooperazione internazionale. Il patto con Gerico, la collaborazione con le città gemellate, i progetti educativi per i nostri giovani non sono gesti formali, ma strumenti concreti per costruire la pace. Il dovere di chi governa, e di ciascuno di noi, è rinnovare ogni giorno il patto con la memoria dei nostri nonni e dei nostri genitori, che dalle macerie seppero rialzarsi con sacrificio e speranza. Con questo spirito, a nome della città, rendo omaggio alla memoria delle vittime del bombardamento di Pisa, e rinnovo l’impegno della nostra comunità a custodire la memoria del sacrificio passato e a praticare la pace guardando al presente e al futuro“.

Fonti: Giuseppe Meucci, Boccadarno. La storia, i personaggi, le immagini, Edizioni ETS, 2007 La fabbrica di Boccadarno, a cura di Cristina Torti, Felici Editore, 2008

Last modified: Agosto 31, 2025
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