di Giulia Cecchi
PISA – L’ultima volta ci eravamo lasciati con la promessa di parlare nel dettaglio della sostenibilità ambientale, che ricordo essere una delle tre declinazioni del concetto più ampio di sviluppo sostenibile che riguarda anche gli aspetti economici e socio-etici. Coerentemente con i dettami dell’Unione Europea, tutti infatti siamo chiamati a dirigere i nostri sforzi imprenditoriali e personali verso la salvaguardia del nostro pianeta, senza tralasciare il benessere delle persone con un occhio attento alle future generazioni.

Oggi parleremo con la Dott.ssa Francesca Braca, che fa parte del team di ARCHA dal 2001. ARCHA è da sempre impegnata in prima linea con le aziende per questioni legate all’ambiente e ai nuovi prodotti, processi e servizi per la quantificazione dei loro impatti ambientali al fine di migliorare laddove ce ne fosse bisogno il carico ambientale dell’azienda. Per questo anche per me il tema della sostenibilità è molto sentito, perché tutto i giorni a lavoro ne parliamo. Francesca, una dei tanti chimici di ARCHA, si occupa di progetti di ricerca finanziati dalla Comunità europea in programmi di finanziamento riguardanti temi di economia circolare, sostenibilità e
sviluppo di nuovi prodotti, con partenariati internazionali che propongono soluzioni innovative per il mercato globale.

Ciao Francesca, grazie per il tuo tempo! Intanto puoi spiegarci un po’ il tuo lavoro? Di cosa ti occupi?
“Ciao Giulia, grazie ovviamente a te! Come hai anticipato, io mi occupo di progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea. In oltre 10 anni, abbiamo gestito oltre 15 progetti di ricerca europei e questo ci ha permesso di avere un dialogo aperto con l’Unione Europea e di entrare in contatto con numerose realtà aziendali ed enti di ricerca che hanno arricchito la nostra e la mia conoscenza di tematiche sostenibili, delineando così un quadro più preciso degli indirizzi di innovazione internazionali“.
Deve essere molto interessante conoscere anche altre realtà, un vero arricchimento. Quindi mi confermi che in questi anni il concetto di sostenibilità soprattutto ambientale è un tema caldo e anche molto tecnico.
“Sì, il tema è sicuramente molto discusso ed è anche molto tecnico, ma cercherò di fare del mio meglio per spiegarlo in maniera semplice perché è un argomento importantissimo per poter capire come ognuno di noi può agire al meglio per limitare al massimo il proprio carico, il proprio impatto sull’ambiente“
Certo Francesca, immagino sia complicato rendere semplice un argomento così delicato e tecnico ma partiamo proprio dalle basi
“Ok Giulia. Allora intanto ti dico che la sostenibilità ambientale è misurabile attraverso una metodologia che viene applicata per monitorare e misurare, appunto, in che modo e in che misura noi, le nostre abitudini, le nostre aziende, i prodotti che acquistiamo al supermercato, i mezzi che usiamo per spostarci… impattano sull’ambiente. Tutto ciò che facciamo nella vita privata, nel nostro luogo di lavoro, nel tempo libero, ha un effetto più o meno importante sull’ambiente, vedi ad esempio l’inquinamento dovuto ai trasporti, la scelta di prodotti alimentari a filiera corta o che ci arrivano dall’altra parte del mondo… tutte le scelte che facciamo quotidianamente possono avere un effetto ed un conseguente impatto sull’ambiente. Questo impatto è possibile calcolarlo in modo preciso grazie a precise norme internazionali (ISO 14040-4) che ci dicono come fare. La misura della sostenibilità deve seguire queste norme per poter avere un numero veramente affidabile di quello che è l’impatto ambientale per produrre ad esempio 1 kg di mele, per fare 10 km con la macchina“.

Scusa Francesca, ti fermo un attimo, ma che cosa è una norma?
“Una norma è un documento che riporta esattamente le modalità e tutte le informazioni tecniche necessarie per poter eseguire quanto definito nella norma stessa, nel modo conforme e che ne assicuri quindi la “veridicità”.
Quindi in poche parole, seguire una norma vuol dire seguire una ricetta di cucina, giusto?
“Sì esatto… ma ha anche aspetti “legali” perché non ci si può prendere la libertà di cambiare le dosi o i tempi di cottura. Tu puoi avere anche 10 ricette diverse per fare una torta di mele e tutte saranno buonissime, ma l’importante è seguire una ricetta, dall’inizio alla fine“.
Quindi tornando al discorso delle norme, tu prima mi hai citato due norme che definiscono come misurare la sostenibilità. Le riprendo: le ISO 14040-4. Mi spieghi meglio in cosa consiste quindi seguire le norme?
“Queste norme descrivono passo passo come misurare la sostenibilità in termini di valutazione degli impatti dell’intero ciclo di vita di prodotti e processi, quello che in termini tecnici chiamiamo LCA, Life Cycle Assessment. Ogni prodotto ha una vita che nasce nella sua culla e finisce nella sua tomba… non ti spaventare Giulia“.
Non mi spavento ma come terminologia mi sembra un po’ nefasta…
“In realtà è la vera traduzione del termine tecnico che si usa “from cradle to grave”, “dalla culla alla tomba”. Praticamente facendo uno studio LCA si misurano tutte le varie fasi che concorrono agli impatti ambientali per ogni prodotto o processo, dalla produzione delle materie prime, ai processi industriali, ai trasporti, all’utilizzo di tali materiali, fino al fine vita di un prodotto. Per questo noi di ARCHA diciamo sempre che la sostenibilità si può misurare, perché è davvero così, se segui appunto delle regole, quelle date dalle norme“.
Scusa Francesca, ma quindi tu aiuti le aziende nel valutare la loro sostenibilità elaborando l’LCA?
“Sì, certo, Giulia, in ARCHA facciamo proprio questo per le aziende: quantifichiamo gli impatti ambientali dei loro processi grazie alle nostre analisi chimiche e biologiche e alle informazioni che riguardano i loro processi aziendali, in particolare i consumi delle materie prime, consumi energetici e idrici e i loro carichi diretti sull’ambiente (parlo di rifiuti, acque di scarico e emissioni) e attraverso l’impiego di database e software specifici che, seguendo sempre i dettami delle norme, ci forniscono un dato complessivo che poi richiederà un intervento nel caso in cui l’impatto ottenuto sia eccessivo“.

Ma quindi LCA è un numero? Un range di riferimento? Cioè, io come posso capire se un’azienda è “sostenibile” o se deve adottare delle misure correttive?
“Lo studio LCA ti fornisce una misura degli impatti dell’attività o di un prodotto che va comparato ad esempio con quelli degli anni precedenti o con processi e prodotti alternativi. Ti faccio un esempio: sei un’azienda e devi scegliere un imballaggio per la tua merce. Potresti fare uno studio LCA su due differenti tipologie di imballaggio: in questo modo puoi individuare e scegliere quella che impatta meno sull’ambiente (quindi che ottiene un risultato migliore di LCA). Oppure puoi fare l’LCA su un intero processo aziendale ogni anno e vedere come migliori (o peggiori) nel corso degli anni e se le scelte strategiche imprenditoriali messe in campo per migliorare la sostenibilità ambientale siano corrette o meno“.
Quindi davvero la sostenibilità si può misurare?
“Si può e si deve misurare, perché la sostenibilità, o meglio la misura della sostenibilità, è basata su una metodologia scientifica. Quando si parla di sostenibilità bisogna affidarsi alla scienza, sennò rischiamo di rappresentare una realtà non veritiera e cadere nel concetto di greenwashing“.
Non parliamo però ora di questo aspetto… parleremo di greenwashing nel prossimo articolo! Grazie Francesca!
Alla prossima!
Tag: ambiente, energia rinnovabile, sostenibilità ambientale Last modified: Luglio 31, 2023