Scritto da 8:26 am Pisa, Attualità

Stele o Stollo in San Zeno?

PISA – In largo San Zeno, sul lato sinistro per chi entra nella Porta San Zeno, c’è un’installazione artistica che dal 2007, anno della sua posa, desta svariati dubbi.
Facciamo un po’ di storia: dal 3 marzo al primo aprile del 2007 a Pisa si tenne una mostra tra Largo San Zeno, l’abbazia di San Zeno e il foyer del teatro Verdi intitolata “Luoghi d’Incontro. Generazioni in Arte Artisti in mostra a Pisa” e una delle opere esposte era proprio quella di cui sto parlando: un palo di metallo infisso nel terreno e un po’ piegato di lato, opera di Mauro Staccioli che spesso creava figure geometriche tridimensionali di grandi misure che si possono ammirare prevalentemente sul territorio volterrano ma anche in svariati luoghi nel mondo.

di Leonardo Miraglia

Come redatto sul blog di Facebook “Pisa: la città, il mare, il contado @pisablog” quest’opera a detta dell’allora soprintendente Malchiodi: “…ricorda gli autentici stolli, i pali dei pagliai che costellavano il vecchio paesaggio agrario, la campagna ed è inclinata … proprio per far capire che non è un autentico palo, ma il suo ricordo”. E ancora: “la Pisa murata posata nel verde sotto le colline sta diventando un ricordo, così che lo stollo è un grido d’allarme da considerare con attenzione sin che siamo in tempo”. Mentre il curatore della mostra Ilario Luperini sostiene che: “a fronte di una delle più significative quanto trascurate testimonianze della storia pisana, le mura urbane del 1155, … si erge uno scattante segno scultoreo in equilibrio instabile, quasi ad ammonire sulle sorti del monumento storico”.

Terminata la mostra l’opera doveva essere smontata, ma dato che l’assemblaggio fu molto difficoltoso perché ci fu bisogno di scavare a fondo per far sì che l’installazione restasse eretta e questa dovette essere inserita in un plinto molto pesante per controbilanciare la struttura della scultura, dato che il metallo con cui è composta è pieno, fu deciso di non smontarla. Quindi dal primo aprile 2007 si può vedere l’installazione del maestro Staccioli che da momentanea è divenuta permanente; per questo il Comune ne è divenuto proprietario e vi ha apposto alla base un cartello con il titolo e la spiegazione della stessa. Fin qui tutto bene, ma allora perché sorgono dubbi in merito al lungo palo obliquo? Andiamo con ordine: il titolo è Stele o Stollo?
Al semplice osservatore che si avvicina all’istallazione ciò non è dato sapere perché il cartello, a suo tempo affisso, non esiste più ormai da un bel po’ e mai, da quando è scomparso, è stato affisso di nuovo; quindi, andiamo a cercare il nome del fantomatico palo in rete e chiedendo lumi al professor Luperini. Sul web esiste un sito che è l’archivio ufficiale di Mauro Staccioli (maurostaccioli.org) ed è corredato delle foto di tutte le opere dello scultore meno che, caso strano, di quella del palo che ormai possiamo dire pisano. Allora ho scritto una e-mail ai curatori dell’archivio chiedendo delucidazioni e la risposta che ho ottenuto è questa:
“Purtroppo, sul nostro archivio digitale non sono presenti più informazioni di quante probabilmente avrà già trovato online. Qua di seguito una piccola descrizione che è stata redatta in occasione del lancio della webapp “EsploraStaccioli” promossa dal comune di Volterra.


Stollo, 2007, San Zeno, Pisa
Acciaio corten, 18000x60cm
L’opera “Stollo di San Zeno” di Mauro Staccioli è stata installata in occasione della mostra “Luoghi d’Incontro” nel 2007. L’alto palo acuminato puntato verso il cielo ricorda le sue prime sculture-intervento degli anni ’70 realizzate per la città di Volterra. Il titolo riporta alla mente gli stolli dei pagliai, elemento caratteristico dei paesaggi rurali ormai andati perduti. Questo riferimento dell’artista ci avverte del cambiamento in atto nel paesaggio e della imperante urbanizzazione e vuole essere di stimolo all’osservatore affinché si riappropri in modo consapevole del proprio luogo del vivere.” Quindi l’opera si intitola inequivocabilmente “Stollo di San Zeno” dato che l’informazione proviene dall’Archivio Mauro Staccioli, perciò quale fonte più autorevole? Mi meraviglia che dopo questo scambio di e-mail e l’ammissione da parte loro di non avere molte informazioni sull’opera non abbiano almeno inserito una foto nell’archivio online, ma tant’è Tuttavia, il professor Luperini, che l’opera l’ha vista assemblare dal vivo, asserisce nella mia intervista che si chiami “Stele” come d’altronde è intitolata sul catalogo della mostra edito dall’ETS nel 2007. Addirittura, in un documento dell’Università di Cassino, si ritrova l’opera di Staccioli intitolata “Stele di Cassino”: ““Stele di Cassino” di Mauro Staccioli, realizzata poi a Pisa nel 2007 di fronte a Porta San Zeno, ma che avrebbe dovuto essere collocata nello svincolo viario in direzione sud-est vicino alla circonvallazione, erigendovi “una grande stele metallica, posizionata e rivolta come un grande indice teso verso la città e l’Abbazia””. Da ciò si può dedurre che l’opera era stata inizialmente progettata per essere esposta a Cassino e non a Pisa. Possiamo dire che l’unica cosa certa è la spiegazione dell’opera cioè la sua associazione con lo stollo, il palo infisso a terra per sorreggere il covone di paglia -anche se nel documento dell’Università di Cassino la descrizione dell’opera non rammenta assolutamente l’idea dello stollo-. L’altro dubbio è legato al materiale di cui è composta l’opera: ferro o acciaio corten, come sta scritto nella descrizione dell’opera sulla webapp? L’acciaio corten è un tipo di acciaio lavorato in modo che possa resistere alle intemperie (oltre al fatto di dare l’impressione di essere arrugginito) e quindi spesso utilizzato anche per la creazione di opere artistiche che devono stare all’aperto; ma, sempre a detta del professor Luperini il metallo dello/a St(ol)el(o)e è semplice ferro trattato affinché non arrugginisca nel tempo. Sicuramente la patina che lo ricopre da l’effetto della ruggine che ha una motivazione specifica nel contesto dell’opera, ossia la volontà dell’autore di trasmettere il passare inevitabile del tempo che affligge il luogo di posa dell’installazione, ossia la zona a ridosso delle Mura di Pisa che nel 2007 erano ancora in uno stato di abbandono profondo. Quindi i dubbi restano, l’opera lo stesso e a me sorge anche un ulteriore dubbio: la mostra terminò il primo di Aprile, non è che questo alla fine è un madornale pesce d’aprile non ancora svelato dal lontano 2007?

Last modified: Aprile 15, 2023
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