PISA- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Enrico Bruni, Consigliere Comunale (PD).
“Dopo quanto accaduto sabato in via Piave, è ormai chiaro che non si tratta più di episodi isolati. Lo avevamo già denunciato dopo l’arrivo dei tifosi della Roma sotto la Torre, con saluti romani e cori fascisti, e dopo la marcia degli ultras della Fiorentina fino ai confini con San Giuliano, gridando “dove sono i nostri nemici?”. Quei fatti avrebbero dovuto essere un campanello d’allarme per le autorità competenti. Invece, siamo arrivati di nuovo al caos di via Piave. È evidente che qualcosa – anzi, molto – non ha funzionato nella pianificazione e nella prevenzione.“.
“Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oltre un centinaio di facinorosi – non tifosi, perché i tifosi sono altra cosa – sono arrivati alla stazione di San Rossore, hanno attraversato la città indisturbati, passando perfino accanto a Piazza dei Miracoli, dove solitamente le forze dell’ordine sono sempre presenti. Durante il tragitto hanno bruciato un tratto delle mura medievali con torce e fumogeni, fino a raggiungere via Piave, a pochi metri dalla Curva Nord, dove si trovavano famiglie, bambini e anziani diretti allo stadio. Lì, solo l’intervento di un gruppo di ultras pisani ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente.“.
“Eppure la partita era considerata ad alto rischio, con oltre 250 agenti impiegati. Nonostante ciò, il coordinamento non ha retto. Rimane quindi una domanda che nessuno può eludere: com’è possibile che più di cento persone, organizzate e intenzionate a creare disordini, siano riuscite ad arrivare indisturbate fino a via Piave? Com’è possibile che nessuno le abbia intercettate o fermate prima?”, prosegue il comunicato.
“Non serve trovare capri espiatori: serve assumersi le proprie responsabilità. Se le istituzioni avessero garantito un piano di sicurezza adeguato, oggi non parleremmo di scontri in un quartiere residenziale. E, soprattutto, non sarebbe accettabile che a pagarne le conseguenze fossero i tifosi pisani – o un’intera città – per errori che competono a chi doveva prevenire e proteggere. Detto questo, va chiarito che nessuno può pensare di farsi giustizia da sé. È comprensibile che una parte della tifoseria pisana si sia sentita esasperata e “costretta a reagire” per difendere la città da un’invasione violenta. Ma la violenza privata e la sostituzione dello Stato con la vendetta non sono la risposta. Se dei cittadini – spinti anche da sincero attaccamento alla città – arrivano a sentirsi soli e a doversi organizzare per difendersi, significa che la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici. È un segnale gravissimo di crisi democratica: lo Stato deve tornare a essere presente, credibile e autorevole, perché nessuno debba più sentirsi abbandonato.“.
“È vero che la Questura di Pisa soffre da anni una grave carenza di organico, ma i fatti di sabato non possono essere spiegati solo con i numeri. Il ritorno del Pisa in Serie A non ha comportato aumenti significativi di pubblico – il settore ospiti è passato da 900 a 1.100 posti – e non può giustificare simili falle operative. Il vero nodo è come vengono impiegate le risorse disponibili: se davvero mancano uomini, è difficile comprendere perché un blindato resti fisso davanti alla Curva Nord, dove non si registrano tensioni, mentre centinaia di violenti possono muoversi liberamente in città. Gli stessi sindacati di polizia – Siulp e FSP in primis – denunciano da tempo una gestione inefficace e scelte operative discutibili. Nel 2024 16 agenti sono andati in pensione e altri 26 lo faranno entro il 2025, senza che siano previsti rinforzi adeguati. Da anni chiedono il rafforzamento degli organici e l’innalzamento di fascia della Questura, ma gli interventi promessi non sono mai arrivati. Questa inerzia, a tutti i livelli istituzionali, è oggi sotto gli occhi di tutti. Il sindaco Conti smetta di scaricare colpe e avvii un lavoro serio di coordinamento con Prefettura e Questura, ascoltando anche le proposte di opposizioni e cittadini. Il Governo nazionale faccia la propria parte, rafforzando la presenza delle forze dell’ordine e collaborando con le autorità sportive per fermare l’escalation di violenza. Servono subito quelle misure organizzative promesse e mai realizzate: una ZTL attorno allo stadio, un piano traffico efficace, e un modello di gestione che restituisca ai pisani la tranquillità nei loro quartieri. È dovere delle istituzioni, a ogni livello, assicurare che scene come quelle di via Piave non si ripetano mai più. Pisa e i suoi cittadini lo chiedono con forza. È tempo che chi governa passi dalle parole ai fatti.“, conclude il comunicato stampa.
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Last modified: Ottobre 20, 2025